Tratto da: Italiani, meglio emigranti che comunisti.
Il caso dell'Italia illustra bene le caratteristiche della politica americana. Al pari della Grecia, la sua importanza è legata anche al Medioriente. Come rilevava un rapporto governativo del settembre del 1945, "gli interessi strategici Usa" esigevano il controllo attraverso il Mediterraneo delle "linee di comunicazione con gli sbocchi mediorientali dei campi petroliferi dell'Arabia Saudita". Questi interessi sarebbero stati compromessi se l'Italia fosse caduta nelle "mani di qualsiasi grande potenza" - in altri termini: se fosse sfuggita al controllo degli Usa. L'Italia poteva "essere utilizzata per garantire - o, in mani sbagliate, per impedire - i rifornimenti di petrolio dal Vicino Oriente", osserva Rhodri Jeffrey-Jones.
Gli Usa ritenevano che il Partito comunista, grazie al suo considerevole sostegno tra la classe operaia ed il prestigio conferitogli dal ruolo svolto nella lotta contro il fascismo e l'occupazione nazista, potesse vincere le elezioni del 1948. Quel risultato, avvertivano gli analisti politici, avrebbe avuto un "effetto destabilizzante in tutta l'Europa Occidentale, nel Mediterraneo e nel Medioriente". Sarebbe stato "il primo caso nella storia di un'ascesa dei comunisti al potere con mezzi legali, attraverso il suffragio universale", e "un avvenimento così inaudito e portentoso rischia di avere profondi effetti psicologici in quei paesi minacciati dai sovietici... che lottano per mantenere la loro libertà". Traducendo di nuovo in parole povere, avrebbe potuto influenzare quei movimenti popolari che tentavano di seguire una via indipendente e spesso radicalmente democratica, minacciando così la politica americana tesa a restaurare l'ordine tradizionale (la 'libertà') dominato dai settori conservatori del mondo degli affari e spesso filo-fascisti. In breve, l'Italia poteva diventare un 'virus contagioso per gli altri paesi'. Gli Usa, quindi, programmarono un intervento militare diretto nel caso non fossero riusciti ad influenzare il risultato delle elezioni con altri mezzi; non ve ne fu bisogno. Un'insieme di pressioni, ricatti, l'uso dei rifornimenti alimentari di cui si aveva disperatamente bisogno ed altri metodi, riuscirono a vincere la minaccia costituita da libere elezioni. Gli Stati Uniti comunque, almeno fino alla metà degli anni '70, non avrebbero cessato i loro tentativi di sovvertire la democrazia italiana. Negli anni successivi, come già detto, fu invece il Cile ad essere considerato un 'virus che avrebbe potuto contagiare' l'Italia (13).
Per ragioni analoghe, in seguito al fallito tentativo di sconvolgere con il terrore le elezioni nicaraguensi del 1984, Washington tramite la dottrina ufficiale preferì cancellare dalla storia quel 'terribile' avvenimento; i media ignorarono così il riconoscimento del regolare svolgimento delle operazioni di voto espresso dagli osservatori internazionali (inclusi quelli ostili), dagli esperti latinoamericani e dal noto democratico centroamericano Josè Figueres.
E' dura la vita dei responsabili dell'Ordine Mondiale, come già si erano accorti ai loro tempi Metternich e lo Zar.
Fonte: Italiani, meglio emigranti che comunisti.
Il caso dell'Italia illustra bene le caratteristiche della politica americana. Al pari della Grecia, la sua importanza è legata anche al Medioriente. Come rilevava un rapporto governativo del settembre del 1945, "gli interessi strategici Usa" esigevano il controllo attraverso il Mediterraneo delle "linee di comunicazione con gli sbocchi mediorientali dei campi petroliferi dell'Arabia Saudita". Questi interessi sarebbero stati compromessi se l'Italia fosse caduta nelle "mani di qualsiasi grande potenza" - in altri termini: se fosse sfuggita al controllo degli Usa. L'Italia poteva "essere utilizzata per garantire - o, in mani sbagliate, per impedire - i rifornimenti di petrolio dal Vicino Oriente", osserva Rhodri Jeffrey-Jones.
Gli Usa ritenevano che il Partito comunista, grazie al suo considerevole sostegno tra la classe operaia ed il prestigio conferitogli dal ruolo svolto nella lotta contro il fascismo e l'occupazione nazista, potesse vincere le elezioni del 1948. Quel risultato, avvertivano gli analisti politici, avrebbe avuto un "effetto destabilizzante in tutta l'Europa Occidentale, nel Mediterraneo e nel Medioriente". Sarebbe stato "il primo caso nella storia di un'ascesa dei comunisti al potere con mezzi legali, attraverso il suffragio universale", e "un avvenimento così inaudito e portentoso rischia di avere profondi effetti psicologici in quei paesi minacciati dai sovietici... che lottano per mantenere la loro libertà". Traducendo di nuovo in parole povere, avrebbe potuto influenzare quei movimenti popolari che tentavano di seguire una via indipendente e spesso radicalmente democratica, minacciando così la politica americana tesa a restaurare l'ordine tradizionale (la 'libertà') dominato dai settori conservatori del mondo degli affari e spesso filo-fascisti. In breve, l'Italia poteva diventare un 'virus contagioso per gli altri paesi'. Gli Usa, quindi, programmarono un intervento militare diretto nel caso non fossero riusciti ad influenzare il risultato delle elezioni con altri mezzi; non ve ne fu bisogno. Un'insieme di pressioni, ricatti, l'uso dei rifornimenti alimentari di cui si aveva disperatamente bisogno ed altri metodi, riuscirono a vincere la minaccia costituita da libere elezioni. Gli Stati Uniti comunque, almeno fino alla metà degli anni '70, non avrebbero cessato i loro tentativi di sovvertire la democrazia italiana. Negli anni successivi, come già detto, fu invece il Cile ad essere considerato un 'virus che avrebbe potuto contagiare' l'Italia (13).
Per ragioni analoghe, in seguito al fallito tentativo di sconvolgere con il terrore le elezioni nicaraguensi del 1984, Washington tramite la dottrina ufficiale preferì cancellare dalla storia quel 'terribile' avvenimento; i media ignorarono così il riconoscimento del regolare svolgimento delle operazioni di voto espresso dagli osservatori internazionali (inclusi quelli ostili), dagli esperti latinoamericani e dal noto democratico centroamericano Josè Figueres.
E' dura la vita dei responsabili dell'Ordine Mondiale, come già si erano accorti ai loro tempi Metternich e lo Zar.
Fonte: Italiani, meglio emigranti che comunisti.
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