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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

COME COMMENTARE?

Cinquecento euro al mese per i giovani, agendo sulle pensioni di anzianità, per aiutarli così ad uscire di casa. Lo ha proposto il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, durante la puntata di 'Domenica In - L'Arena', su Raiuno. Critiche dal Pd. I sindacati: "Solita boutade". Fonte: "500 euro ai giovani per aiutarli ad uscire di casa" Dopo i cosiddetti fannulloni, è il momento dei giovani. Forse è vero che ai giovani d'oggi il futuro fa più paura rispetto ad altri tempi, anche se può essere una considerazione fallace da fare per me per ragioni di età, ma sentirsi dire queste affermazioni fa sempre ribollire il sangue. Le solite cose: si gioca con il futuro delle persone. Sempre per allacciarmi al discorso del post precedente, credo che per cambiare le cose ci si debba allontanare del tutto dalle fondamenta su cui si erige l'ideologia dominante. Tutto il resto è come la concertazione dei sindacati: la classe imprenditoriale ora domina

PER NON ESSERE SOLO CONTRO

Allora, qualcuno è entrato nel blog, commentando, per dire che non basta essere contro ma serve fare proposte concrete per uscire dalla sola utopia. Premesso che per me, difronte ad uno scempio ambientale o altre sciocchezze, passa in secondo piano il colore politico che si rende responsabile di ciò: se è necessario, sempre che esista, vado anche contro la volontà di Dio. Ribadisco ancora una volta, che per troppe volte si ascrive come utopia qualcosa che non si ha il coraggio o la capacità di raggiungere, anche per calmare la propria coscienza. Ma siccome credo che, la vera innovazione non venga dal leccaculismo odierno, faccio le mie proposte per non dimostrarmi sempre e solo contro. Sono nell'utopia, ma utopia non è sinonimo di sbagliato: forse semplicemente siamo noi a non esserne all'altezza. La prima proposta è l'uscita incondizionata da questo modello di sviluppo che fa dell'accumulo infinito di denaro e oggetti, la sua religione portante. E' impensabile pote

IL CORAGGIO DI DIRE BASTA

La nostra situazione inerme, con tutte le proporzioni naturalmente dovute al diverso contesto in cui avvengono, mi ricorda questo pezzo tratto da “ Se questo è un uomo” di Primo Levi. “ Il mese scorso, uno dei crematori di Birkenau è stato fatto saltare.” […] “L’uomo che morrà oggi davanti a noi ha preso parte in qualche modo alla rivolta.” […] “Morrà oggi sotto i nostri occhi: e forse i tedeschi non comprenderanno che la morte solitaria, la morte di uomo che gli è stata riservata, gli frutterà gloria e non infamia. Quando finì il discorso del tedesco, che nessuno potè intendere, di nuovo si levò la prima voce rauca: -Habt ihr verstanden?- ( avete capito?) Chi rispose “ Jawohl ”? Tutti e nessuno: fu come se la nostra maledetta rassegnazione prendesse corpo di per sé, si facesse voce collettivamente al di sopra dei nostri capi. Ma tutti udirono il grido del morente, esso penetrò le grosse antiche barriere di inerzia e di remissione, percosse il centro vivo dell’uomo in ciascuno di noi:

PERCHE' SIAMO CONTRARI AL TIBRE

Venerdì sera, si terrà un incontro di promozione riguardo alla costruzione del TIBRE , la nuova arteria autostradale che dovrebbe collegare il Tirreno al Brennero ( dal quale prende il nome), facendo da raccordo fra la A15 Parma-La Spezia con la A22 Brennero-Modena. Essendo noi contrari, abbiamo scritto un volantino che distribuiremo prima dell'incontro. Lo riporto qui in seguito. PERCHE’ SIAMO CONTRARI AL TIBRE - Perché è una grande opera inutile che costerà ingenti somme di denaro pubblico (cioè nostro!) e non porterà benefici rimarchevoli rispetto ai costi economici e ambientali - Perché significherebbe un ulteriore scempio del nostro territorio già fortemente danneggiato e un colpo tremendo alla nostra agricoltura - Perché aumenterebbe i già notevoli rischi di inquinamento e di traffico con conseguente ulteriore incremento di tumori e malattie respiratorie, visto anche la nostra non invidiabile situazione a livello mantovano - Perché comporterebbe conseguentemente perdita di la

FULMINE A CIEL SERENO

Saldi al via, code e caccia agli affari Una diminuzione degli acquisti del 15% rispetto al 2009. Questo il dato che emerge dal monitoraggio del Codacons sul primo giorno di saldi invernali. Dalle ore 10 alle ore 12.30 - spiega l'associazione dei consumatori - "abbiamo registrato una diminuzione dell'affluenza di cittadini nei negozi e nei centri commerciali delle principali citta' (Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo) rispetto lo scorso anno mentre la diminuzione degli acquisti si attesta attorno al 15%". "Per essere il primo giorno di saldi - secondo il Codacons - il calo delle vendite e' pesante, e si spiega anche con il fatto che molti italiani sono ancora in vacanza per il Capodanno. Speriamo in una ripresa a partire da lunedi' - prosegue Carlo Rienzi, presidente Codacons - ma riteniamo che alla fine della stagione i saldi faranno segnare un triste -20%, non avendo piu' le famiglie soldi da spendere per acquisti non essenziali&quo

ULTIMA VOLTA SULL'ARGOMENTO

Purtroppo devo ritornare a malincuore sull'argomento commenti. Come potrete notare, sotto la bandiera della pace,ho tolto il contatore delle visite. Mi sono rotto anche di quello: del dover fare sempre e solo per ottenere un responso, il dover raggiungere qualche risultato come se ciò avvalorasse il blog e le parole che scrivo su questa paginetta. Ciò che mi spinge a scrivere, è la volontà di provare a diffondere un pensiero critico e il più possibile alternativo verso questa società, con la speranza che si possa essere utili in tutti i modi per ciò che io ritengo una giusta causa. Non è desiderio di apparire, nemmeno un'ipotetica ricerca di gloria, ma la sola e semplice passione che mi spinge, seppur con tutti i limiti del caso, a fare qualcosa per cercare di migliorare la situazione nella quale vivo. Quindi, che questo blog faccia un milione di visite, o ne faccia semplicemente 50, a me interessa relativamente. E l'ho dimostrato rifiutando proposte di scambio link, e altr

ANNO NUOVO

E' così, finalmente, il vecchio anno è alle spalle. Sia ben chiaro che non ho grandi aspettative verso l'anno nuovo, ma sembra passato un secolo dal primo gennaio scorso. Almeno per quanto mi riguarda, il 2009 ha rimesso in discussione tante cose, favorendo profonde riflessione sul senso della vita e ciò che la rende degna di essere vissuta. Fondamentalmente, è stato un anno non bello, sia sotto il profilo personale e politico più in generale. E così... si prova a voltare pagina, cercando sempre di non farsi prendere da facili entusiasmi, da aspettative troppo alte che inevitabilmente dovranno scontrarsi con una realtà fortemente avversa. Il 2010 sarà un anno duro: la crisi economica e l'aggravarsi di controversie nazionali e internazionali, potrebbero rendere quest'anno un anno di cambiamenti importanti. Si continua da disadattato, perchè questo sono e mi sento, per cercare di migliorare , nei limiti umani, un mondo sempre più portato alla deriva umana e culturale. Son