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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

E MI DICONO CHE HO LE CAPACITA'

E' coartante, lo stato di apatia e di emarginazione in cui le mie idee sopravvivono ormai quotidianamente. Per questo parlo sempre, quando sono in mezzo alla gente non posso fare a meno di parlare, quasi a testimoniare che il pensiero unico dominante non ha vinto, che c'è ancora qualcuno con il coraggio di andare contro, di esprimere e sviluppare il proprio senso critico. Non mi importano le risposte che sento ( ad esempio che in Italia ci vorrebbere la dittatura perchè almeno ruberebbe solo una persona), io parlo, spiego e mi incazzo arrivando in settimana addirittura ad urlare contro un leghista di vergognarsi. E' insopportabile quell'arroganza di chi ignorante, crede di poterti insegnare come si fa a stare al mondo. Parlo con i colleghi, cerco le ragioni storiche, provo ad inculcare un minimo di coscienza di classe in questo sistema contrario alla concezione illuminista di uomo come fine, di uscita dai miti in favore della ragione e mi sento rispondere che io ho le c

L' ALBA

Un nuovo giorno, l'alba accompagna la ormai quotidiana volontà di posticipare il più possibile il momento di alzarsi quasi si volesse fare in modo, per mancanza di tempo, di rendere il poi tutto più frenetico. Ti illudi e credi facendo così che questo aiuti, dovendo lavarti e fare colazione quasi contemporaneamente, a non pensare, a fuggire da quella domanda a cui ogni giorno è sempre più difficile rispondere. Ma eccola, salire dagli angoli più profondi del tuo essere; è la solita sensazione che sembra partire dall'intestino e trapanare lo stomaco per raggiungere il cervello che pensavi di essere riuscito a corrompere. Che senso ha tutto questo? Inforchi la bicicletta, con la tristezza nel cuore che ti accompagna, e devi sentirti fortunato perchè hai un lavoro vicino al quale puoi andare in bici. Solo questo apre un precipizio tra le tue aspirazioni e la realtà.Inizi così a pensare a tutte quelle persone che per recarsi al lavoro sono obbligate a soverchiarsi ore di macchina o

CHI NON VUOL CHINAR LA TESTA

Ormai parlare di non chinare la testa, sembra quasi più un atto di testimonianza che un concreto atto di organizzazione e cambiamento. Per quanto però percepisca questo, sono fermamente convinto che, proprio nel momento assai greve in cui viviamo, servono persone in grado di trovare la forza e il coraggio di continuare a dirlo, di continuare a resistere cercando di infondere fiducia al lassista popolo di sinistra . Urge ritrovare la forza e la volontà di uscire da questa situazione kafkiana, nonostante il vento sia fortemente contrario ( ma quando ci è stato favorevole?). Parli di Resistenza, dei valori che hanno mosso donne e uomini a seguire le impervie vie del riscatto umano, e ti senti rispondere , da gente che sbianca di paura nel fare uno sciopero o una firma per un referendum, che allora erano altri tempi : come se rischiare di prendersi una pallottola e morire avesse una diversa gravità a seconda del contesto storico. Certo, le sofferenze della guerra acuivano la voglia di risc