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Visualizzazione dei post da 2011

Per la mia candidatura a rappresentante sindacale

La situazione economica che stiamo attraversando necessita di un’ analisi accurata. Se guardiamo all’Europa e alla sua politica deflazionistica, dettata dai padroni della finanza per ridurre il potere dello Stato , lo scenario assume contorni apocalittici. Ai vari Stati membri infatti, vengono imposte politiche di austerità condite con massicci piani di privatizzazioni e liberalizzazioni: una vera e propria macelleria sociale ( qui si apre anche la questione democratica sul perché due organismi come BCE e Commissione europea , i cui membri non sono eletti dai cittadini, possano decidere la politica di Stati con parlamenti eletti dai popoli). Senza parlare poi di questa globalizzazione, la quale serve solo ad una ristretta cerchia di persone al di sopra di tutto per arricchirsi ai danni dell’intera umanità. In questo contesto la lotta capitale - lavoro, che qualcuno mistificando la realtà ci aveva detto superata, diventa non lotta per migliorare la propria condizione esistenzial

VITA DI GENTE POVERA

C'è un Paese in Europa, considerato per stolida convenzione ( infatti considero non essere così netta la divisione del mondo in tre realtà) secondo mondo. Non molto lontano dall'Italia, racconta di povertà che grida dolore. Questa povertà incosciente, come ritengo quando non si conoscono le ragioni che conducono a questo stato di cose, porta purtroppo intrisicamente all'alcoolismo e alla distruzione di intere famiglie. Ma chi distrugge più di questo sistema una famiglia quando, come in questo Stato europeo, le persone fanno 12 ore al giorno di lavoro per 6 giorni alla settimana? E chi parla di salvaguardia della famiglia sono proprio coloro che guadagnano da questa situazione. La paga si aggira intorno all'euro e mezzo all'ora. Capita allora, che il marito sia costretto a chiedere alla moglie di vendere la fede nuziale con la promessa di ricomprarla ( Dio quanto è umiliante!), per poter sfamare la figlia. E tu li, a domandarti come sia possibile che questo esista

LETTERA A CHI NON SO

Ciao, io sono un operaio. Lo dico chiaramente perché oltre a voler essere controcorrente, al giorno d’oggi, nell’epoca della società dei ricchi è difficile ammettere di essere operaio. Ogni mattina mi alzo, e vengo bombardato da messaggi subliminali i quali esortano ad uno stile di vita che, quando va bene, posso permettermi solo a rate. Ma io sono operaio, figlio di operai e vivo del mio stipendio tra l’altro sempre più esiguo. Sai, ogni giorno noi operai veniamo bombardati dalla storiella “della stessa barca”, ma poi solo le nostre condizioni di vita peggiorano: sempre più lavoro, precarietà e bassi stipendi. Devi sapere che fallisce l’azienda e l’industriale di turno si ritrova con i miliardi; io senza futuro. Dicono anche a noi operai, che dobbiamo fare i sacrifici per salvare il paese quando c’è una classe di super-ricchi al di sopra di tutto. Ma per questo devi sapere… c’è sempre l’altra storiella del “ loro ci danno il lavoro!”: quanta misericordia in questo mondo!!! Io sono po

APPARENTEMENTE INUTILE

Siamo ancora qui a scrivere, cercando di mantenere viva qualla fiammella d'indignazione sempre più propensa alla rassegnazione. Purtroppo, e mi ripeto, questa situazione kafkiana esiste anche per colpa nostra: troppa incultura e troppo menefreghismo accompagnano le nostre giornate. Parli con gli operai di Marx, Engels e altri intellettuali che hanno combattuto per l'emancipazione operaia, e nella maggior parte dei casi ti rispondono con un "boh" o un'alzata di spalle. Ma come può una classe lottare per l'emancipazione, senza conoscere chi ha costruito la teoria per raggiungere questo obiettivo? Dicevo è colpa nostra, perchè chi più e chi meno ci siamo fatti abbagliare dalle sirene di questo sistema, dalla competizione o dalla meritocrazia ambendo al successo e da quel " Dio per tutti e ognuno per se stesso." Abbiamo dimenticato la società: quella struttura, la cui organizzazione è il risultato di scelte politiche ben precise, che solo può difendere i

DATEMI ALMENO QUESTO...

Lo so... parlare di comunismo , uguaglianza e abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione in questo contesto storico suona utopistico. Avete trovato la scusa, per giustificare la proprietà privata, che solo con la competizione e l'avidità la società trova il progresso. Ci avete detto di esservi fatti da soli quando questo è palesemente falso. Infatti... come farebbe una persona a fare i miliardi senza una struttura sociale che permette a poche persone di sfruttare la gran massa dei lavoratori, con il ricatto della perdita del lavoro? Ci avete detto che questa sarebbe stata la società della felicità, e invece il consumo degli antidepressivi è in aumento. Ci avete detto che questo sistema avrebbe portato prosperità per tutti, ma in realtà i poveri sono in aumento. Ci avete detto che chiunque ha le stesse possibilità, quando è palesemente dimostrato dalle statistiche che, nella maggior parte dei casi, il figlio dell' operaio è operaio. Quante cose ci avete

Un pomeriggio riflessivo

Ieri passeggiavo su una spiaggia del Lago di Garda, abitando vicino posso andare e tornare anche in giornata, consumando così un normalissimo torrido pomeriggio di agosto. Capita a volte, che pur cercando qualche distrazione la mente continui a lavorare, a macinare pensieri. Così camminavo, e guardavo la gente tutta abbronzata: uomini con pancioni pelosi al vento e donne con seni e cosce ad arrostirsi al sole, il tutto apparentemente condito da un velo di apatia verso il mondo circostante. Passeggiavo e pensavo che, mentre noi siamo invitati a goderci le vacanze e rilassarci, coevo, il mercato lavora senza sosta macinando tutto ciò che può essere utile al perpetuarsi dello status-quo. Noi invitati a non pensare, mentre nello stesso tempo qualcuno decide per noi, contro di noi ( perchè abolire diritti è contro di noi e il progresso). Poi forse colto da sindrome paranoica, mi chiedevo se il problema non fossi proprio io: in fondo ero in spiaggia, e pensavo al mercato. Naturalmente la do

Il comando straniero

Eccolo... il comando straniero e` arrivato: non un comando militare; non un comando caratterizzato da ordini dati con pistole puntate o minacce di morte imminente. Il nemico, perche` di questo si tratta, si e` fatto piu` astuto: ha capito come distruggere la democrazia minimizzando gli effetti di qualsiasi reazione a politiche che ormai senza alcun pudore o senso di colpa spingono milioni di persone verso la poverta` piu` assoluta. Siamo senza protezione, in guerra con gli ultimi brandelli rimasti di uno stato sociale a difesa dei piu` poveri che si vuole distruggere completamente. Ridurre il debito e` la parola d`ordine. Ma io, povero inutile uomo su questa terra mi chiedo e chiedo a questi politici-economisti: Ma con chi abbiamo questo debito? E` possibile che uno "stato sovrano" sia indebitato con banche private? E` possibile che un consiglio di amministrazione di una qualsiasi importante banca a livello planetario possa decidere, pensando solo a fare profitti, delle sorti

25 APRILE

Buon 25 aprile a tutti i resistenti. Sarà un 25 aprile più povero per questa Italia, dopo la morte di Vittorio. E' così, un periodo strano, uno di quei momenti in cui ti chiedi, guardando i risultati del tuo impegno, a cosa sei servito. In settimana uscendo dal lavoro, mi sono soffermato a guardare un fossato: era pieno di sporcizia di qualsiasi tipo. A cosa serve parlare di difesa dell' ambiente a livello mondiale, quando non siamo capaci nemmeno di difendere ciò che abbiamo in fianco a casa? A cosa serve scendere in piazza contro la guerra, se in questi anni non siamo riusciti a fermarne nemmeno una che una? A cosa serve scioperare se è ormai evidente, visto che non siamo riusciti a cambiare proprio nulla ( anzi stiamo peggiorando drammaticamente), che questo sembra servire solo al potere come legittimazione democratica. Contro chi dobbiamo lottare per cambiare realmente? Dove sta il nemico? Si è 25 aprile, un mesto 25 aprile. Dove stiamo sbagliando? Felice Cascione: «Persegu

CONSIDERAZIONI

Si vorrebbe scrivere un sacco di cose, si scrive e si cancella, quando tutto sembra apparentemente senza senso. Guardo il cielo, e penso se in questo mondo costernato da interessi particolari qualcosa possa cambiare, cercando almeno quel barlume di speranza che un eventuale figlio possa vivere in un mondo migliore. Del resto questa umanità, che sembra preferire la barbarie alla ragione, il crimine alla non violenza, lascia ogni giorno un vuoto sempre più difficile da colmare in ciò che si cerca di fare per migliorare l'esistente. Accade poi, che un eroe come Vittorio viene assassinato brutalmente, e ti chiedi che senso abbia il tuo essere rivoluzionario da tastiera, il tuo agire sempre comunque al riparo da pericoli. Forse è vero: c'è gente come diceva Primo Levi che nasce di un metallo diverso, meno malneabile e per questo più prezioso. E proprio come Levi mentre rientra nella baracca del campo, dopo aver assistito all'esecuzione di colui che considera l'ultimo ad esse

Vittorio

Oggi mi sento perfettamente inutile....

Un altro giorno nero per l'umanità

Piena solidarietà a questo grande uomo. Speriamo di non essere costretti a raccontare ciò che non vorremo raccontare. Vittorio subito libero.

Un' altra guerra

Un'altra guerra, l'ennesima guerra giustificata dal bisogno di esportare ciò che neppure qui abbiamo: libertà, democrazia e giustizia sociale. Tanto poi i morti saranno effetto collaterale... Il regime di un dittatore, verrà superato dal regime della libera circolazione delle merci e del capitale, dal regime della competizione che trova il suo fondamento nella disuguaglianza come motore di questo sviluppo dei pezzenti. E così ad una dittatura in cui il dittatore è ben visibile, se ne sostituirà un'altra con un dittatore invisibile.

ANCORA UNA VOLTA

Anche se, lo confesso, a volte mi chiedo a cosa serve tutto questo zelo nel cercare di fare qualcosa per cambiare, sono ancora una volta candidato per le elezioni provinciali nella lista della "Federazione della sinistra". E per giunta, essendo ormai riusciti a far entrare il sindacato in azienda, sono candidato anche per entrare nel direttivo provinciale della CGIL categoria dei chimici. Io pur con tutti i miei limiti, cerco di impegnarmi per provare a cambiare. Conterà poco o niente ma almeno potrò dire, a differenza di chi si lamenta e basta, di averci provato.

Difendiamo la scuola pubblica

“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e

ALBERTO GRANADO

Un saluto commosso ad Alberto, compagno di viaggio del Che nel viaggio attraverso l'America Latina con la "Poderosa". Uomo che ho avuto la fortuna di incontrare, e che mi aveva fatto riflettere per la ferrea volontà nel voler cambiare questo mondo nonostante fosse ormai ottantenne. Si... Alberto, bisogna abbandonare l' "io" per il "noi", e il consumismo è il male dei popoli. Queste erano le parole che mi avevano colpito maggiormente nel tuo discorso. Ciao Alberto, in questo mondo rimane un altro buco incolmabile.

VERSIONE UFFICIALE CHE SARA' PUBBLICATA.

Federalismo Leggiamo dal dizionario, che Federalismo significa “unirsi con patto” cioè stare insieme sancito da regole condivise. Ma il cosiddetto federalismo fiscale che il governo Berlusconi, spinto da uno dei suoi principali alleati - la Lega nord – cerca di realizzare, non sembra proprio andare verso quell’intenzione. Il partito di Bossi ha sempre dichiarato di voler separare il nord Italia, secondo lui ricco e industriale, dal sud, parassitario e povero, e per far questo ora cerca di arrivare ad un’autonomia finanziaria regionale e comunale (federalismo fiscale). Il problema però è più complicato, perché non si capisce quanta autonomia reale possano avere le amministrazioni locali, in quanto da una parte potranno aumentare le tasse ma dall’altra saranno ancora maggiormente ridotti i finanziamenti del governo centrale verso regioni e comuni. Questa drastica riduzione di fondi, non dimentichiamolo, sta già adesso obbligando le amministrazioni locali a vendere i propri beni (che sono

Una mia considerazione sul federalismo che dovrebbe essere pubblicata su un mensile locale.

Per la Lega, avendo sostanzialmente poggiato l’azione politica su questo obiettivo, la questione del federalismo è cruciale per la tenuta del proprio elettorato. Di conseguenza si vede un governo che, cercando di accontentare tutti, si barcamena in una riforma che finisce per non accontentare nessuno. Se analizziamo la questione globale, la situazione è drammatica: crisi economica tutt’altro che passata, alla quale si aggiungono crisi energetica , alimentare ed ambientale. In questo contesto, dove possiamo asserire con assoluta tranquillità che l’epoca delle vacche grasse è finita ( è impensabile continuare con un sistema fondato sull’accumulo di debiti ) ci viene capziosamente detto che la questione del federalismo è cruciale per una qualche improbabile ripresa economica. Se da un lato siamo tutti d’accordo sulla necessità di preservare le nostre radici culturali, dall’altro dobbiamo confrontarci con un sistema globalizzante che fa proprio di queste caratteristiche parole vuote. Inf

E DOMANI

La lotta continua: domani riunione con la CGIL per cercare di far entrare il sindacato in azienda. Ma ormai dovremmo esserci: salvo inconvenienti è cosa quasi fatta. Per quanto possa essere moderata, sempre meglio che niente. Un passo alla volta. Che mondo di merda sono riusciti a creare, infarcendoci di illusioni.

SONO QUASI ORGOGLIOSO DI ME

Ieri mi sono ribellato, da solo, contro tutto e tutti, ma mi sono liberato di un peso grosso come un macigno. Al lavoro, per dignità, per non essere come quelle persone che per quieto vivere si allineano, che sono già fine della storia, annegati nell'oceano del leccaculismo e dell'opportunismo. Molto probabilmente lunedì o la settimana prossima, pagherò per questo, anche se ormai ho scelto la linea dello scontro frontale qualsiasi cosa succeda. Basta, anche se pellegrino del nulla, qualcuno deve pur fare qualcosa. E' difficile, sembra già scontato essere vittima sacrificale, pazienza! Ma in tutto questo vi assicuro: il difficile è iniziare... è il dire basta, perchè ciò che si prova dopo è una soddisfazione che sale dalle viscere come urlò di libertà. Certo... per comodità o per quella umana paura, non conoscendo il futuro, che produce un possibile cambiamento si preferisce stare il più delle volte nel porto considerato sicuro. Ma questo oltre ad essere la fine dell'a

AIUTATEMI A NON SOPRAVVIVERE

Devo assolutamente trovare un modo per uscire dalle quotidiane logiche di questo mercato, criminale. Questa stolida situazione è disperante: consumare la propria vita, rincorrendo l'illusione di un qualche futuro trionfale, che nella realtà ci sta rendendo degli zombi alla diperata ricerca di un angolo di sopravvivenza. Qui, diffidenti a impauriti verso tutto ciò che non è ritenuto sufficientemente familiare, siamo bombardati da modelli che inducono a consumare, con la falsa giustificazione che solo un aumento di consumi può generare occupazione. E così la nostra vita passa, l'unica opportunità che abbiamo di vivere, in una qualche contorsione per sentirsi all'altezza di una corsa che non prevede una minima parvenza di traguardo. Anzì, proprio il traguardo non serve: devi sentirti infelice, costantemente non all'altezza dei tempi, perchè solo così puoi cercare di rimediare consumando l'inutile. E le nostre vite passano in un ufficio, una fabbrica o un'officina,

COME FARE

Da tempo mi interrogo, su come cambiare, sul cosa sia possibile fare per uscire dai tentacoli di questo sistema che ci impoverisce economicamente, umanamente e culturalmente. L'Italia è la settimana economia mondiale, fulcro dell'impero, perciò uno dei punti nevralgici: cambiare qui vuol dire infliggere un duro colpo alla situazione mondiale. Cade L'Italia, cade l'Europa e di conseguenza il castello di carta mondiale: per questo sono fermamente convinto che non permetteranno, nonostante l'alto debito pubblico, l'uscita italiana dai giochi internazionali. In questi giorni assistiamo a rivoluzioni, manifestazioni di piazza, con il rischio che tutto questo pur cambiando le formalità ( e lo stiamo vedendo in Egitto, dove tutti chiedono una transizione ordinata, mettendo nei posti chiave uomini già prescelti dal potere), non cambi poi il sostanziale. E con la rivoluzione si muore, chi è disposto oggi a fare questo nelle società occidentali? Ma soprattutto, è possibil

LA FIAT CON SEDE NEGLI USA?

Chiamparino: "Sede Fiat in Usa? Inaccettabile" Sarebbe "inaccettabile", anche se l'azienda è "multinazionale", che "il quartier generale dell'Europa venisse cancellato". Lo afferma il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, allarmato dall'ipotesi prospettata dall'ad Fiat, Sergio Marchionne, di una fusione con Chrysler in "due-tre anni", magari spostando la sede della nuova entità negli Usa . Fonte: Chiamparino: "Sede Fiat in Usa? Inaccettabile" Se dovesse realizzarsi, ringrazio quei sindacati che hanno firmato, perchè con il loro "sì " hanno difeso i posti di lavoro, creando le condizioni perchè un'azienda investa sul suolo patrio. Ma in fondo, se un'azienda non sfrutta gli operai alle migliori condizioni, non ritornando così all' '800, è giusto che in un regime di libero mercato si possa scegliere di delocalizzare dove vengono offerte migliori opportunità. Leggevo che in Brasile non tr

QUESTO BLOG E' FAVOREVOLE

Visto l'immane spostamento di ricchezza dai ceti più bassi verso le oligarchie economiche, questo blog è favorevole all'introduzione della tassa patrimoniale, come ad un aumento della tassazione sulla rendita finanziaria. E non mi si venga a dire che la tassa patrimoniale colpisce tutti, anche i piccoli risparmiatori, perchè basta porre il limite sotto il quale questa tassa è inapplicabile. Ad esempio: sopra i 250 mila euro di patrimonio, naturalmente con una tassazione adeguata al differente grado di ricchezza. E per me 250 mila euro, sono già una cifra onirica. Sfido qualunque lavoratore dipendente di questo Paese, seppur sognatori e obnubilati da chimere economiche,ad avere un patrimonio di questo livello. Perciò, tutti coloro che asseriscono un eventuale impoverimento dei ceti bassi, fingono. Così, come sono favorevole all'aumento della tassazione finanziaria, almeno fino ad un 30 %. Anzi, penso che questa redistribuzione, sia solo l'inizio per uscire da una crisi c

LETTERA AL SIGNOR VELTRONI

Signor Veltroni, le do del lei per il rispetto che si deve ad una persona che non si conosce, ho letto la sua lettera di qualche giorno fa. Lei parla di risveglio democratico del Paese, di gente che dovrebbe scendere in piazza, nella piazza del proprio comune, per ribadire l'esistenza di un' Italia democratica che non si arrende. Certo, un' Italia diversa c'è, sicuramente. E' anche quell'Italia che grazie alla vocazione maggioritaria di un partito allo sfascio, è rimasta fuori dal Parlamento italiano. E' quell'Italia, che ora sente parlare di democrazia, un gruppo dirigente che ha avallato una soglia di sbarramento per poter entrare nelle istituzioni, la quale è l'antitesi della democrazia quando chiunque, in un sistema sano, avrebbe diritto ad essere rappresentato. Ma c'era la questione del voto utile, il sistema bipolare, una vocazione maggioritaria che ha solo distrutto il centro sinistra ( più centro che sinistra), dando la maggioranza al cen

TUTTE LE VOLTE MEDITATE

Meditate che questo è stato: Tutte le volte che il Mediterraneo si fa cimitero... Tutte le volte che il mercato vale più di una persona... Tutte le volte che un bimbo non ha accesso all'istruzione, o un malato alla sanità... Tutte le volte che si discrimina qualcuno per convinzioni politiche, etniche, religiose o sessuali... Tutte le volte che le guerre sono utili per interessi strategici o economici... Meditate che questo è stato, perchè Auschwitz non è altro che il punto di arrivo di un processo che parte da molto più lontano. Che parte dall'indifferenza difronte a quel male mascherato come inellutabile progresso, il quale porta all'assuefazione e all'abitudine. Si! perchè a lungo andare l'essere umano si abitua a tutto: anche a non vedere ciò che gli sta davanti agli occhi. Meditate, scolpitele nel vostro cuore o vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. E aggiungo: le vostre ricchezze possano andare disperse...

IO STO CON LA FIOM

Purtroppo per l'ennesima volta, il mio ginocchio operato ( ancora, per la quarta volta, con le stampelle) mi impedirà di essere in piazza. Anche se solo virtualmente, sono a fianco della Fiom e dei Cobas in questa battaglia per i diritti e la democrazia nel nostro Paese. Pieno appoggio e solidarietà, contro ogni ricatto e autoritarismo. Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d'obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni.

IO SONO IGNORANTE

Forse è un mio problema, ma non capisco una cosa. Continuano a dirci di essere in un mondo post ideologico. Ma io vorrei chiedere a tutti quelli che asseriscono questo, delle cose: Il mercato cos'è? La globalizzazione, cos'è? Il capitalismo, cos'è? Non è forse ideologia questa? Ma non sarà che continuano a parlarci di fine delle ideologie, per farci mandare giù il boccone amaro dell'unica ideologia che DEVE sopravvivere? Qualcuno diceva: " there is no alternative!" E sappiamo tutti chi lo diceva. Ma io da buon ignorante, ho almeno il beneficio del dubbio.

RISPOSTA

La Marcegaglia questa sera sarà alla trasmissione "Che tempo che fa". Rispondo ad alcune anticipazioni tratte da questo link: "Da sei mesi azione di governo insufficiente" Signora Marcegaglia, ciò che incattivisce le persone non è la mancanza di crescita. Ciò che incattivisce le persone, è la mancanza di giustizia sociale, il lavorare per far fare i miliardi a gente, che come lei, ne ha sempre di più. Ciò che incattivisce le persone, è vedere un operaio pagare tasse al 28 %, e una rendita finanziaria al 12,5%. Ciò che incattivisce le persone, è sapere che anche l'ideologia fordista considerava il massimo di differenza di stipendi tra le differenti mansioni in un'azienda 1 a 5. Tradotto: se io prendo mille euro, un manager massimo 5000. Non 1000 euro a 400000. Ciò che incattivisce le persone, è sentirsi dire che una visita specialistica si potrà avere solo dopo mesi nel pubblico, e nello stesso ospedale dopo 4 giorni passando per il privato. Tutto fatto per f

IL REGIME DEI PADRONI

Ieri sera ho partecipato ad un incontro con Giorgio Cremaschi, nel quale ha presentato il suo nuovo libro " Il regime dei padroni". In questo video, una piccola recensione:

A BABBO NATALE QUALCUNO CI CREDERA'

I giudici sono di sinistra.... Io andrei ma.... La procura non è competente... E' una persecuzione.... Solo ora capisco che avevo ragione alle elementari quando, preso un brutto voto, tornato a casa giustificavo l'accaduto dicendo che la maestra ce l'aveva con me. Tra i banchi della mia scuola di paese, ci deve essere sicuramente stata qualche maestra di destra ( essendo io di sinistra) che voleva farmi fuori. Ma il mio calcio nel culo lo prendevo lo stesso! anche se solo adesso ne comprendo la funzione terapeutica. Ma in questo paese, ci sarà sicuramente qualcuno che ci crederà: in Italia Babbo Natale esiste anche per gli adulti.

COME UN PUGILE ALL'ANGOLO

Le ossa rotte, massacrate. Un pungile messo all'angolo che non riesce più non dico a schivare i colpi, ma che non è quasi nemmeno in grado di capire da dove quei colpi provengono. Gancio, montante...le forze iniziano a mancare. Le gambe sembrano cedere, la vista è sempre più offuscata dal sangue. Le guance gonfie, un labbro tagliato e ormai anche la dentiera è saltata. Messo all'angolo, i minuti passano: ti chiedi se forse non sarebbe meglio cadere e farsi contare il KO, ma ormai non hai più nemmeno la capacità di pensare. Troppi colpi, sempre più audaci e precisi, sembrano toglierti ogni speranza in un incedere dal quale pare impossibile fuggire. Guardi il tuo allenatore con la spugna in mano e sei combattutto: forse sarebbe meglio la lanciasse?! E nel frattempo i colpi non danno scampo. Uno zigomo è saltato. Il tuo allenatore ti guarda, non lancia la spugna, con il sangue che ormai è dappertutto. Cadi e sei in ginocchio, ma con uno scatto di reni ti rimetti in piedi. Forse i

ANCHE DA SOLO, MA IN FONDO NON SONO SOLO

Sogno un mondo dove se ho due panini, e un' altra persona non ha niente, possa donarne uno senza dover chiamare questo carità, ma Giustizia. Perchè la carità mantiene lo status quo, la Giustizia cerca le cause di quella povertà. Marco. Lo so, questa specie di aforisma non entrerà mai nelle frasi celebri, non sarà mai una frase che troverete su wikipedia e non mi interessa nemmeno più di tanto. Non alla gloria ambisco, visto che è acquisita dopo la morte, ma ad una vita dignitosa perchè la mia vita è adesso, e della gloria non so cosa farmene. Posso dire che in questa frase, ritrovo la mia dignità, la giornaliera voglia di lottare contro questo sistema che fa del privilegio un riconoscimento sociale. Sono fermamente convinto però ( e il voto degli impiegati a Mirafiori credo lo abbia ribadito), che il privilegio non renda liberi, così come non esiste libertà senza responsabilità e coscienza del mondo in cui si vive. In questa frase, ritrovo la mia voglia di lottare contro le spietat

CIAO NONNA

Ieri è venuta a mancare la nonna: una nonna lontana che potrebbe essere la nonna di tutti noi. Un'altra persona se ne andata, e mai più niente sarà come prima. La morte, come sempre, pone importanti riflessioni su quanto riusciamo realmente a godere delle persone che abbiamo al nostro fianco, su quanto siamo in grado di non dare per scontata la presenza di chi amiamo. Ma è morta la nonna, e un altro pezzo di storia se ne andato. Se ne andata con quel suo sorriso, che forse noi nonostante l'essere giovani non riusciamo più ad avere. Nel Vedanta testo sacro indiano, ci si chiede se non sia il tempo a vedere l'essere umano trascorrere e non viceversa. Forse è così, ma il tempo passerà sicuramente, seppur non sarà mai più come prima. Quel tempo che a volte si vorrebbe fermare, per poter dire quello che non si è riusciti a dire; quel tempo che tutto travolge lasciandoci solo la possibilità di riflettere e imparare da ciò che è stato; quel tempo che tutto trasforma in ricordo, co

GRAZIE AGLI OPERAI DEL NO

Io sono un operaio, nel lavoro come nella vita: apparentemente dalla parte sbagliata della barricata. Quello di Mirafiori, nonostante tutti i ricatti e le pressioni, è stato un voto che ha dimostrato quanto gli operai abbiano bisogno di dignità. Ma la mia rabbia, si dirige contro gli impiegati che, giornalmente, vedo ormai asserviti ai padroni. Bello mantenere il posto di lavoro sulla schiena degli altri, vero? Bello lavorare al caldo, con ritmi di lavoro che non sono certo quelli della catena di montaggio, vero? Così come è bello, avere la pausettina caffè a metà mattina , senza dover aspettare i 10 minuti che ti vengono assegnati da contratto, vero? E per parlare di cose che, il più delle volte, fanno ingozza e venire il vomito per le stupidate che vengono dette. Così come è bello, iniziare il lavoro alle 8.30 di mattino, quando un operaio in catena è già 2 ore e mezza che lavora, vero? Ma non importa: la fatica è degli altri, quindi a me non interessa. E in questa società del cazzo,

REFERENDUM FIAT

Il "no" sembra in vantaggio dopo lo scrutinio delle prime schede. Se vince il "no", oltre a festeggiare e a ringraziare gli operai che hanno reso possibile ciò che veniva considerato un miracolo, bisogna alacremente adoperarsi per non lasciarli soli. Qualunque siano le conseguenze, quegli operai vanno aiutati perchè sono degli eroi. Se vince il "no", quelle PERSONE avrannno difeso anche la mia dignità. Ma stiamo a vedere fiduciosi.

MESSAGGIO AGLI OPERAI

Un grazie di cuore, un grazie di cuore a tutti quegli operai che quando votano, pensano più alla paura dell'immigrato che a quello che fanno. Vorrà dire che, a forza di perdere lavoro, un giorno saremo costretti noi ad emigrare e allora di chi avremo paura, di noi stessi? Inizio a pensare che, in un paese in costante regressione culturale come il nostro, sia necessario il patentino per poter votare. Perchè è inutile dire, o ribadire, che tanti operai hanno votato contro il proprio interesse. Chi è causa del suo mal... pianga se stesso. Mi dispiace solo che piange anche chi non ha colpa...

MA COSA TI MANCA?

E sono ancora qui, difronte alla tastiera, con la voglia di scrivere, di esprimere tutto il mio dissenso. Già questo, visto la situazione, è un successo: quanto è difficile resistere a quella tentazione di lasciarsi andare! Poi però ti rendi conto che per quanto ti sforzi, i tuoi occhi vedono e la testa ragiona o almeno sembra ragionare: quante volte in preda allo sconforto, mi dico che forse sarebbe meglio il contrario! Ma è così, non riesco ad essere come loro, non ci riesco proprio. La mattina mi alzo, e provo a ripetermi che in fondo questo sistema non mi fa mancare niente: tre pasti al giorno, una macchina seppur vecchia e una casa della quale di mio ho solo l'intestazione visto che è della banca ( e dopo i vari economisti o politicanti mi devono venire a dire perchè sventolano, giubilanti, dati come quello che sembra testimoniare che l'80% degli italiani ha ormai una abitazione di proprietà. Se andassimo a spulciare il dato, secondo me una buonissima percentuale è in comp

15 OTTOBRE 1980

Il 15 ottobre 1980, al cinema Smeraldo di Torino, tutti gli operai facenti parte del consiglio di fabbrica allargato della Fiat si incontrarono con i dirigenti sindacali. Fu un momento amarissimo. Giovanni Falcone, delegato della sezione carrozzeria di Mirafiori, tenne un memorabile discorso, un epitaffio per le speranze di una generazione di operai del tutto particolare: Un compagno poche sere fa mi diceva:" E' un fatto storico, un altro compagno come noi aveva parlato nel 1969, oggi parli tu e si chiude un'epoca." Allora si apriva, ora si chiude...Mi lascia l'amaro in bocca, questo. Perchè per me dodici anni di lotta non sono stati soltanto dodici anni di lotta così, ma è stata una lunga esperienza politica, lo è stata per tutti. Ci pensate? Un emigrante che viene su dalla campagna, come tanti altri. Non sapevo dire una parola... tanta timidezza ( in parte ce l'ho ancora ma molta è superata), fare dei discorsi politici! Voi pensate che la Fiat possa ancora t

UNA MIA CONSIDERAZIONE SULLA FABBRICA E LA REIFICAZIONE DELL'ESSERE UMANO

La fabbrica è la morte del pensiero e di conseguenza una lenta agonia che porta alla morte della persona. La considero anche la morte dell'autostima: devi sentirti debole, inutile e il più possibile incapace perchè solo così vieni reso impotente. Da questo deduco che la condizione di produttività o efficienza, con cui misuriamo la nostra capacità di essere utili al mercato, viene raggiunta a scapito del cervello. In fabbrica un operaio non deve pensare e non deve chiedersi quale utilità abbia il suo lavoro, ma solo eseguire ordini perché in quelle ore smette di essere sovrano della propria persona. Sei una merce, al prezzo di mercato per altro in costante ribasso, utile al sistema come un ingranaggio è utile al funzionamento di un orologio. Allineati e coperti con ritmi sempre più frenetici, ci dicono di essere in società libere, ma cosa è la libertà? Un operaio è libero? Credo che la condizione di lavoratore dipendente sia in antitesi con la libertà. Ciò che ci ostiniamo a chiamar

LE MIE CONDIZIONI

Se vince il no, la FIAT non farà gli investimenti a Mirafiori. Già girano le scatole che, in un qualcosa definito come democrazia, si debba votare un referendum sotto minaccia di perdere il lavoro. Immagino già i padri di famiglia cosa potranno scegliere. Chi avrà il coraggio o la coscienza di votare contro? Ma in un impeto di ottimismo, mi piacerebbe pensare nel caso vincesse il No, le condizioni alle quali la FIAT dovrebbe sottostare: se vince il No, il gruppo deve impegnarsi a rispettare il contratto nazionale dei metalmeccanici in tutte le aziende sul suolo patrio. Se vince il No, in caso di ulteriori investimenti all'estero, per ogni euro investito l'azienza dovrà impegnarsi a versare 50 centesimi di euro nelle casse dello stato italiano. In fondo, i soldi li ha fatti con il lavoro di italiani e anche grazie a tutte le agevolazioni fiscali. Nel caso poi vada all'estero, lo stato italiano dovrebbe chiedere che vengano rispettati tutti i diritti contrattuali vigenti in I